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Introduzione a un racconto


Tika
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Un giorno ho scritto sta roba, dicendomi che sarebbe stato bello scrivere un bel racconto ambientato nell'universo della Rowling ma in periodi storici molto diversi.

In particolare avevo l'idea di ambientarlo nel medioevo, diciamo intorno al 1100 probabilmente (ma tanto nn ho mai approfondito la cosa).

Le poche righe che avevo buttato giu mi piacevano, quindi le posto, anche se è inutile

:D

 

 

L'apprendista

 

Baston camminava lentamente, lasciando dietro di se nel fango le chiare orme degli stivali che portava. Accanto a lui si trascinava stancamente un piccolo mulo carico all'inverosimile di ogni sorta di sacco che fosse stato possibile riempire. Il mulo affondava letteralmente con gli zoccoli nella terra resa pastosa dall'acqua piovana, sollevando spesso schizzi di melma che inzozzavano il lungo mantello viola del suo padrone, ma questi non sembrava minimamente interessato alla cosa.

Anzi, con il capo chino in avanti e il cappuccio calato a coprire quasi tutto il volto Baston sembrava più uno di quei personaggi facenti parte degli ordini regolari della chiesa che in tempi remoti vagavano per il mondo.

In effetti, aveva molto in comune con i monaci. Anche egli viveva una vita appartata, anche egli considerava estranei tutta la gente che non era come lui, anche egli faceva spesso uso di amuleti. Però Baston non era un monaco: Baston era un mago.

Oh beh certo, non un grande mago, non uno di quelli di cui narrano le grandi storie, i canti dei bardi come quelli nella raccolta di Flauter di Roccabruna o di Sergio delle Arpe, insomma, era un mago normale, se non fosse stato per un'abilità innata che si portava dietro da quando era nato. Era un inventore, e credete a me, un inventore come Dio comanda.

Non si vedono spesso dei maghi girovagare per il mondo dei babbani, anche se un tempo riuscivano a passare più inosservati di quanto non facciano ora, ma in ogni caso di maghi inventori se ne vedono veramente pochi, o ancora meglio, nessuno.

Tra le varie invenzioni di Baston Redcarpenter si possono annoverare:

il mulino a rotazione invertita,

la forchetta a 5 punte, detta anche forchetta d'assalto (Baston era molto orgoglioso di questo nome),

quattro o cinque tipologie di armadi a chiusura ermetica, magica e non,

la bacchetta invisibile,

i trucchi sigillanti.

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Le poche righe che avevo buttato giu mi piacevano, quindi le posto, anche se è inutile

Perché dici che è inutile? Hai fatto bene a postarle, invece, così magari ti diamo una mano.

 

In particolare avevo l'idea di ambientarlo nel medioevo, diciamo intorno al 1100 probabilmente (ma tanto nn ho mai approfondito la cosa).

Hai fatto male a non approfondire la cosa. Ti piace la Storia? In ogni caso, magari poi ti succede come a me, che volevo scrivere un racconto ambientato nel tempo dei Sumeri e devo ancora iniziarlo perché mi sono appassionato allo studio di quellaepoca. Il 1.100 d.C., inoltre, ha un vantaggio inestimabile, rispetto al 3.000 a.C.: c'è una barca di materiale 8il che, in effetti, potrebbe anche essere uno svantaggio :D )! Cerca di documentarti un poco, in modo da essere più preciso nel tuo racconto. Magari scopri che la realtà medievale del 1.100 offre spunti per ottime idee di trame.

 

Venendo a Baston... tu hai iniziato a scrivere un incipit, ma hai chiaro in mente, grosso modo, lo svolgimento del racconto? il suo obiettivo, gli ostacoli...

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io studio storia :D (e di spunti medievali ce ne sono a bizzeffe)

cmq no, nn ho assolutamente nessuna idea per il racconto, era solo una cosa così, a tempo perso ^^

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io studio storia

Ah, ottimo, a me piace un sacco. :D

 

Se ti interessa, dai un'occhiata qui, è pieno di spunti.

 

LINK

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Mi piace. E per chi sa come vedo le cose nella scrittura in questi ambiti...

Secondo me, però:

- Spezzi troppo le frasi con i punti. Alle volte possono essere accorpate o unite con virgole o due punti per rendere più scorrevole la lettura e evitare l'effetto telegramma.

- e poi:

non fosse stato per un'abilità innata che si portava dietro da quando era nato.

eggrazzie: se è innata ce l'ha da quando è nato.

 

Come ho detto, mi piace. Ora continua. Senza per favore. :D

 

@ Yon: Dato occhiata al link fornito. A parte che non sopporta i manuali di scrittura creativa che io invece penso sian fondamentali (e la contorsione mentale sull'inscatolamento della creatività non aiuta), ho letto i primi "capitoli", ma per ora è un insieme di consigli su come creare un'ambientazione per D&D.

Consiglio invece:

- On Writing, di Stephen King (non tutto il suo contenuto, ma sicuro i "link" che si trovano ad altri libri che spiegano come scrivere di cui ora mi scappano i nomi).

- Gamberi Fantasy: magari non vi piace il modo o lo stile, ma la dissezione dei romanzi che fanno è reale.

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E per chi sa come vedo le cose nella scrittura in questi ambiti...

...che è come la vedo io. Non sembra, ma i gameboard alla HeroQuest supportano tonnellate di pagine di racconto, e la cosa mi attira molto! :D

 

(e la contorsione mentale sull'inscatolamento della creatività non aiuta)

Io, al contrario, credo che abbia detto una cosa giusta (il paragone del cavaliere è molto azzeccato, penso).

ho letto i primi "capitoli", ma per ora è un insieme di consigli su come creare un'ambientazione per D&D.

Diciamo che ti fornisce un trampolino di lancio. A me è stato utile, per questo lo consiglio, così come consiglio di leggere il suo libro "La Rocca dei Silenzi". Però, certo, alla fine va a persone: c'è chi si combina con uno stimolo, chi con un altro, forse.

Grazie per i suggerimenti, che accolgo a braccia aperte :)

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"Non ho mai visto di buon occhio i manuali di scrittura creativa, proprio perché nella loro stessa denominazione c'è una contraddizione in termini, a mio avviso. Esistono delle regole per la creatività? Strano. Finché si scrive manuale di scrittura capisco e approvo, è quel creativa che mi lascia perplesso.

Sofismi accademici, se volete, ma quantomeno sviscerati dopo lunghe riflessioni.

La creatività esiste a prescindere da regole, strategie o accorgimenti, che semplicemente tendono a inscatolarla e venderla come qualcosa che si può, per l'appunto, acquistare (come un manuale).

Credo ci si avvicini a un tipo di arte poiché si percepisce una spinta interiore che porta in una direzione ben precisa. Quando questo accade, e solo in quel momento, allora si è pronti ad apprendere.

Ma comunque, mai nessuno potrà pretendere di insegnare a "qualcuno pronto ad apprendere" il modo per sfruttare la propria creatività."

 

Son sciocchezze belle e buone.

Anche lui ha inscatolato la sua creatività e l'ha venduta, non è che ha creato qualcosa che ha rivoluzionato gli schemi della letteratura, o ne avremmo sentito dire, suppongo.

Che non si possa insegnare a essere creativi sono d'accordo, ma dice che non si può insegnare come sfruttare questo tratto. Certo, perché siamo tutti gegni e se io esprimo la mia creatività buttandomi col paracadute è bene non impari prima a utilizzarlo! (Sia chiaro che la frase non va presa in senso letterale).

Con questo giudico solo la frase su riportata (non la persona o l'opera, che non conosco) e ricordo che Licia Troisi e la Strazzulla fanno il medesimo ragionamento. Mi riprometto di leggere La Rocca dei Silenzi ignorando questa mia ultima considerazione... :D

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Dice un proverbio: il maestro arriva quando l'allievo è pronto.

 

Io credo che sia profondamente vero. Ti consiglio di continuare a leggere l'articolo, in realtà non credo che la tuainterpretazione di ciò che lui volesse dire sia corretta. Il talento o uno ce l'ha, o non ce l'ha, c'è poco da fare. Poi esistono persone che hanno talento ma non hanno metodo, ordine, e quindi lo sprecano. Allora là un manuale di scrittura creativa può servire. A volte chi scrive quei testi di scrittura creativa tende a farti credere che sia come acquistare un kit che ti rende bravo. Questo non è vero.

 

E' però vero che senza avere un talento mostruoso e dedicando molta applicazione si può comunque arrivare a fare del buon artigianato, senza creare opere d'arte.

 

Vedrai che più avanti è lui stesso a dirti che questa spinta iniziale va imbrigliata e direzionata, altrimenti finisce per dissiparsi (e da lì parte a descrivere il suo metodo che, secondo me, è valido, almeno per quel che riguarda il Fantasy). Io non credo che lui abbia quindi voluto dire che non si può aiutare a sfruttare le proprie doti, e comunque sono il primo a sostenere che se non conosci grammatica, logica, sintassi, voci narranti, flashback eccetera non vai da nessuna parte.

Ma, ecco, ti possono nsegnare i ferri del mestiere, non quello che poi accadrà.

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Io non credo che lui abbia quindi voluto dire che non si può aiutare a sfruttare le proprie doti

L'articolo l'ho letto e sono d'accordo su tutto con te, è lui che ha proprio detto: "mai nessuno potrà pretendere di insegnare a "qualcuno pronto ad apprendere" il modo per sfruttare la propria creatività". Poi se si smentisce da solo (che niente si imbriglia e direziona da sè)...

I manuali di scrittura "creativa" (eggrazie, quelli di scrittura normale si chiamano testi di grammatica) vengono usati nei corsi appositi che fanno parte dei piani di studio dei college americani. Voglio dire, sono testi scolastici, non romanzi (che quelli molto più spesso sono scritti tanto per).

Prima di continuare la discussione, però, mi riservo di leggere quello che ha scritto l'autore.

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:lol:

 

Sì, non intendo spacciarla per il Sacro Verbo, ma dice un sacco di cosette che mi hanno insegnato a pianificare e fare ordine. Filosofia a parte a me sembra una buona tecnica, liberamente personalizzabile.

 

Ora attendo la reazione di Tika :D

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