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Progetto: Ambientazioni "Reali"


Nedo
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Allora: I luoghi citati nelle didascalie precedenti sono (S.Galgano il più lontano) a circa un ora di strada da casa mia. Ora, non vorrei tirare uno strafalcione, ma nell'Agro Pontino non si trova anche il Circeo? O Almeno a poca distanza. Poi non si deve per forza andare nel passato o nel "mistico" medioevo: una vecchia fattoria, una storica locanda, o semplicemente una curiosa conformazione geografica può portare a creare qualcosa.

La bonifica della tua zona era dovuta al terreno palustre? Se si puoi sempre ambientare qualcosa in quella zona, dove le paludi fanno ancora da padrone.

Io per esempio descrivo (vedi mappa inizio thread) la zona in cui vivo adesso: fino a 5 anni fà vivevo a circa 70 km dui distanza, in una zona dove fino a 150 anni fà esisteva il lago più grande di Toscana (oltre i 35 Km quadrati) bonificato da Leopoldo di Lorena, Duca di Toscana.

Nelle ambientazioni che ho in mente, l'antico lago esiste ancora, eccome.

 

Dovrei spostarmi su altre province, per trovare qualcosa di utilizzabile, ma tanto varrebbe documentarmi su altre zone che magari mi affascinano di più. E mi sembra di capire che lo spirito del progetto non è proprio quello...

Ma possiamo benissimo, anche se hai centrato appieno lo spirito dell'"iniziativa". Parlare e creare nuove quest in questo genere di ambientazione, può oltre a creare delle interessanti quest, portare ognuno di noi a conoscere miti e tradizione delle più disparate parti di Italia.

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Concordo.

 

Ad esempio tutta la storia della cattedrale maledetta di Cenziva e dei luoghi confinati avviene in quello che in realtà è parco Querini, un parchetto bonificato negli anni venti. Le foto della "vecchia masseria" e del "tempietto pagano" (un gazebo un pratica) con cui ho corredato gli articoli sul mio blog sono di un anno fa, in un giorno di nebbia.

 

Tempo fa avevo anche aperto sul forum un topic con le foto di quei luoghi ricostruiti con gli scenari di warhammer relativamente al gdr con miniature su terreni "aperti".

Molti sono i racconti di spiriti che circolano nelle terre di Laìtia.

http://ihoschronicles.wordpress.com/

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Una piccola fonte di ispirazione (per capire meglio di cosa stò parlando andate alla pagina 3 del topic):

 

La Rocca Sillana (XII sec.), posta in posizione dominante su tutta la valle, è uno degli esempi più significativi di fortezze medicee e dell'architettura militare rinascimentale, eretta a difesa delle miniere di rame e argento che si trovavano nel territorio.

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http://www.agriturismocentopino.it/rocca-sillana.html

Il luogo è altamente suggestivo....a circa 100 metri dalla fortezza, uno strapiombo di 200 metri nel cuore di boschi incontaminati, getta lo sguardo sul torrente sottostante.

Un posto del genere non richiede di troppa fantasia per essere annoverato come scenario fantasy.

Questo luogo dista da casa mia circa 40 Km, ma lo considero parte del mio BG, visto che mio padre è originario di S.Dalmazio, il paesino a due Km da questo luogo.

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  • 6 mesi dopo...

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Ho ripreso in mano il progetto, con regole adattate anche (e soprattutto)per Claustrophobia....che non dista infinitamente da HQ e soprattutto da WH e WH40k....

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Quando faccio un salto in Toscana col camper ci vado...poi magari ti avviso prima e ci incontriamo.

- "Sigmar! Un uomo stà scacciando demoni di khorne usando il tuo nome..."

"E con questo? Non sai che chi è con me non è contro di me?..."

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Quando faccio un salto in Toscana col camper ci vado...poi magari ti avviso prima e ci incontriamo

Avvisami sicuramente....oltretutto questo posto è abbastanza vicino a casa mia (50 minuti), e ci sono delle vecchie trattorie con prezzi ottimi e menu rustici e tipici della zona.

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Io abito a pochi minuti dal castello di Gradara, credo che la storia di questi luoghi possa tornare utile per creare ambientazioni di sicuro fascino che dite? ...

 

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Io abito a pochi minuti dal castello di Gradara, credo che la storia di questi luoghi possa tornare utile per creare ambientazioni di sicuro fascino che dite? ...

Che è perfetto.....

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  • 1 anno dopo...

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I'm still here!!!!!

 

 

Progettino con annessa una serie di quest-pack ambientati tutti in un'immaginaria terra realmente esistente (scusate l'ossimoro).

 

Ecco a voi la guida introduttiva.......

 

 

 

Al viaggiatore, che s’appresta a calpestare il suolo fangoso e acquitrinoso delle

terre che s’affacciano sul lago di Sextum, il paesaggio apparirà placido e pacato, come

le limacciose acque onnipresenti.

Ai piedi dei monti della Serra (o di Buti), il grande lago ammorba d’umido la chiusa

valle in cui giace. Su di esso sorgono piacevoli castelli e villaggi cinti da mura poco

strategiche, addormentati nel quotidiano passare dei secoli, comunità chiuse e assai

lontane, dai fatti importanti di queste epoche.

Difatti, le piccole comunità della valle del Sextum, sono sopravvissute a guerre ormai

lontane, che marginalmente hanno attraversato questa valle acquitrinosa.

 

Ma anche nella periferica, ininfluente geografia, l’oscurità dei tempi ha posto il suo

segno.

 

Il villaggio fortificato che da nome al lago, è un centro di passaggio, sviluppatosi

negli anni intorno ad un ristoro per soldati e mercanti. Sextum non conta più di

settecento anime, ma ha una milizia propria, comandata dal Capitano Achille Pacini.

Quattro torri, collegate da mura di mattoni e calce, circondano un borgo di medie

dimensioni, che s’affaccia incuriosito su una grande piazza, la cui fontana di delfini

in marmo ha visto tanti baci la sera o lacrime di fame in tempi bui.

 

La vicina Vico è invece un fortilizio abbarbicato sopra un borgo di casette graziose.

Situato su un colle è ben più difendibile della pianeggiante alleata (Sextum).

Governato da un Vicario Imperiale, la sua guarnigione ammonta a oltre ducento

fanti in arme, e la popolazione totale raggiunge (et supera) il migliaio di abitanti.

Vico è il tappo sacro sopra un’otre di malvagità: sotto le sue mura si vuole che si

nascondano dedali dimenticati risalenti alle civiltà tescure, labirinti che si addentrano

per chilometri sotto le montagne vicine.

Chi monta da Vico per i monti, incontrerà poche fattorie ed un mulino ad acqua.

Seguendo la strada, arriverà, dopo un bel cammino di un giorno di salita, alla Rocca

della Verruca ed al piccolo borgo omonimo, situato ad un paio di chilometri sotto di

essa. La Rocca era una grande torre d’osservazione, sotto il comando dei Vicaresi.

Ormai da oltre due secoli è stata abbandonata, ed il borghetto ai suoi piedi è l’ultimo

baluardo di civiltà per svariati chilometri. Anche se non più di cinquanta persone vi

abitano.

 

A nord di Vico si trova la comunità di Buti.

Il castello di Buti, per molti secoli è stato il cuore delle terre montane e lacustri di questa zone.

La popolazione di Buti è una miscela di razze, soprattutto l’osservatore

riconoscerà in molti il sangue nanico.

Negli anni più bui, la popolazione butese si è chiusa in se stessa, un pò come la

posizione geografica del paese. Sempre più frequenti sono stati i matrimoni consaguinei,

e tutto ciò che ne è derivato. Alcuni parlano di maledizioni, ma molti butesi si sono

dati alla macchia dopo essere stati scacciati per menifeste malformazioni assai tremende.

Buti è il cancello che apre la strada alle cime più alte dei monti della Serra. I boschi

che la circondano sono non di rado la casa dei figli degenerati. Che incattiviti dai

paesani, sono diventati mostri e briganti. Ma già a pochi chilometri dal borgo butese

i mostri sono altri....i boschi montani del butese sono anche la casa di lupi famelici

di dimensioni orrende, e di altri abomini.

Le grotte della Serra, sono spesso tana di folletti e aguzzini ancor peggiori.

Nella profondità di certe caverne, ragnoli più grossi d’un cane grosso, tessono tele

grandi come vele, che corde umane non eguagliano in robustezza.

E poi c’è quelle statue così strane che costeggiano i sentieri per i monti. Tra castagni

e foglie morte, sbucano qua e là enigmatiche facce scolpite in pietre di selce e granito,

grandi occhi e barbe tentacolate, che paiono seppie a Bocca d’Arno.

 

Sulla vetta di Mezza Via, una rota monolitica di chissà chi l’ha fatta e quando, osserva

da sempre la vallata giù del Sextum. Le incisioni sono state studio e curiosità de più

illustri dottoroni e filosofi della zona e non solo. Anche Andrea del Carlotti ci s’è

arrovellato il capo per vent’anni.

Ma te, se sei viaggiatore e leggi la mia guida, capace sei anche te da queste parti per via

della rota, e se anche non lo sei parlerò ancor di essa.

Sarà grande un quattro metri, di diametro, e poggia sul terreno co ‘na parte mezza

sprofondata tra sassi e mota e pezzi di cristallo trasparente. Al centro un buco da cui

partono segni e linee e altri segni tondi. Poi c’è delle scritte sconosciute e con disegnini

particolari e righe e righine «hjrt dfesafg» tipo così.

Messe a croce, ci sono quattro fessure, che sembrano serrature per chiavi aliene.

Ma delle chiavi non si sa nulla, nessuno.

 

Ora torniamo in giù, sulle rive del lago.

A nord di Buti e sotto il controllo di Sextum, c’è la piccola località di Wolfhunt, nome

dato da alcuni cacciatori imperiali, parecchio tempo addietro.

Noi, (o almeno io) la chiamiamo Caccialupi. Una piccola ma accogliente locanda omonima

è la sola cosa degna di nota, a parte il suggestivo ponticello che da essa parte e conduce

a piccoli moletti usati dai pescatori d’anguille e di ranocchi.

Il bosco, che segna il confine tra pianura e monte, è davvero pieno di lupi famelici, grossi

almeno due metri e più. A Sextum, se ci sono forestieri, o sono mercenari o cacciatori.

O tutt’eddue. E la tappa a Caccialupi (o Wolfhunt come dicono gli stranieri imperiali)

ce la fanno tutti. Il Capitano Pacini paga sempre per pellicce di lupo gigante.

 

Concludo per ora questa guida, con la comunità di Olcaste (Oldcastle o Oldcaste?).

Insomma Castelvecchio...sul monte. Un villaggio a picco sul lago, d’origine imperiale

ma subito affollato di popolani sextummesi.

La vista dalla piazza vale sempre una gita, nei giorni d’autunno o d’inverno,

quando il sole riflette la luce morente, sull’acque chete.

E anche se son del posto e l’avrò visto cento volte, la lacrima di ricordo scende sempre.

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