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[Book ITA] Le Cronache del Mondo Emerso - Licia Troisi


Thorin Scudo di Quercia
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Giustamente Nemo ognuno esprime la propria opinione.....ovviamente la Troisi ed il suo operato non possono essere a livello dei maestri del genere (poi citando Brooks hai voluto tirare la mazzata Very Happy ) ne tantomeno essere considerata la nuova Tolkien.

 

Ovviamente sono d'accordo e altrettanto ovviamente non lo avrei mai fatto, ma tra il suo "fandom" (sic!) e i suoi editori (questo è grave) c'è chi il paragone lo azzarda e vede la scrittrice "sublime" e "superiore" a quelli citati (ma davvero non è ridicolo?)

 

Per quanto riguarda la psicologia dei PG, siamo a livello di Anime: robba da cartoni animati o giù di lì: forse è per questo che ha avuto un largo consenso tra ragazzi.

 

Non conosco bene il mondo degli Anime e in generale del fumetto nipponico, per cui non saprei dire se il paragone calzi. Ma fa un po' triste che la piattezza sia la strada per il consenso.

 

E' solo su queste cose che si basa quello che ormai è diventato un vero e proprio astio (che, ovviamente, non ha nulla di personale con l'autrice): una pubblicità che mente sapendo di mentire, un'ignoranza riscontrabile in molti lettori (ignorante nel senso che ignora e bla bla: se dici di aver divorato libri fantasy e che Nihal sia il più bello in assoluto, credo che la premessa maggiore sia piuttosto una sciocchezza) , l'ingiustificato successo che ha avuto e alle conseguenze disastrose che comporta (Ghirardi e Strazzulla, ad esempio, ossia il nuovo fantasy italiano).

 

Se divento noioso la smetto :thumbright:

 

@Bucky: Ok Bucky, grazie, mi hai convinto. Ora devo solo decidere se finire questa trilogia (rigorosamente prestata) al solo scopo di continuare a ripetermi quanto io sia bravo e abbia ragione o dedicarmi direttamente ad altre letture. Ho buttato un'occhio allo "scontro" tra Nihal e il Tiranno e alle prime quattro righe de I Dannati di Malva e penso che propenderò per la seconda ipotesi. ;)

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Non conosco bene il mondo degli Anime e in generale del fumetto nipponico, per cui non saprei dire se il paragone calzi.

probabilmente Nedo si riferiva agli orripilanti shoujo, i serial per ragazzine alla ricerca dell'Vero Ammmore e del Primo Bacio e così vomitando dove la piattezza e lo stereotipo regna sovrano (vedere l'ultimo fantastico Rat Man dove Leo Ortolani ne fà una satira geniale).

@Nemo : Perdido Street Station è il primo China da leggere, attoniti e increduli di tanta potenza immaginifica.

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E' solo su queste cose che si basa quello che ormai è diventato un vero e proprio astio (che, ovviamente, non ha nulla di personale con l'autrice): una pubblicità che mente sapendo di mentire, un'ignoranza riscontrabile in molti lettori (ignorante nel senso che ignora e bla bla: se dici di aver divorato libri fantasy e che Nihal sia il più bello in assoluto, credo che la premessa maggiore sia piuttosto una sciocchezza) , l'ingiustificato successo che ha avuto e alle conseguenze disastrose che comporta (Ghirardi e Strazzulla, ad esempio, ossia il nuovo fantasy italiano).

 

Questa parte meriterebbe da sola un forum a parte con sociologi e antropologi che ne discutono. Mi trovi d'accordo su tutta la linea.

 

Siamo in un forum dedicato a Heroquest, prendo quindi d'esempio il gioco e la parte narrativa che lo contorna (non per intero il mondo di WH, solo quello che si legge nei testi di HQ).

E' un fantasy semplice, ccomprensibile, dedicato ad un pubblico giovane, che si sofferma poco sul "come" e sul "perchè", che lascia poche risposte alle tante domande, dove il male è il male più oscuro ed il bene è puro eroismo. Stereotipato. Eppure raggiunge perfettamente il suo scopo. Sto scrivendo qui, voi state geggendo, a distanza di anni dalla prima partita a questo gioco dall'atmosfera magica (indubbiamente le dinamiche del gioco sono state decisive per il suo successo e per l'amore dei fan). Trascendiamo dall'esempio che ho fatto. Una storia, anche molto semplice, se ben gestita può ottenere lo scopo che l'autore si prefigge di ottenere, più o meno bene. Tolkien scrisse per se stesso e non per il pubblico ed ha ottenuto un enorme successo. Alle volte l'opera sfugge dalle mani dell'autore che non la domina più. Questo è un esempio di eccellenza. Tale eccellenza , ultimamente , scarseggia. Vabbè.

La Troisi ha scritto una storia semplice con lo scopo di stupire e meravigliare? Mi pare di no. Allo scopo di dare introspezione ai personaggi e dipanare trame sulla psiche complessa degli attori che muove? No, a occhio no. Da quel poco che so , ha passato gran parte del suo tempo di adolescente in casa e da brava amante dei manga e del fantasy, s'è scritta una storia per se, che la facesse evadere un pò. E' una colpa? No, l'abbiamo fatto tutti, in gioventù, ad avere una storia da raccontare. Alcuni l'hanno scritta, altri no. In questo discorso pacifico, a questo punto arriva "qualcuno" che dice che è un prodotto sensazionale, sublime, inarrivabile. A questo io dico no. Un no megalitico, gigantesco. Purtroppo per noi, per fortuna dell'autrice, un'orda di neosaccenti sapientini dell'ultima ora, che scrive con le k e con le x' (che Iddio li fulmini quando sono soli nel bosco , così nessuno li aiuta), segue l'idea del "qualcuno" e compra senza freno il romanzo, nato senza pretese, in sordina e dal contenuto sottile. E' più comprensibile e quindi tutti lo possono leggere. Stesso discorso al botteghino, Enrico Vasai è molto più visto di un Jadorowsky.

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La sapete una cosa, riflettendo su quanto detto : a ben vedere in tutta questa indignazione intellettuale (sacrosanta) che abbiam messo su chi la sà davvero lunga è il vecchio Nedo (e non avevo dubbi) perchè in fondo chi conosce Tolkien e Lovecraft e Howard ecc. puo'permettersi il lusso di leggersi una Troisi e divertirsi anche, senza sensi di colpa, perchè la sua è una scelta. Il bimbominkia che skrive kosy invece non ha scelta perchè purtroppo non ha gli strumenti per elaborarsi una lettura piu' "alta". E questo vale per tutto penso. Che sia questa la Libertà ?

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Bucky, ammetto che hai centrato appieno il mio approccio verso le opere della Troisi: leggerezza e passatempo, e il tempo mi è passato bene.

E' appunto con leggerezza che vanno letti questi romanzi.....senza cercare dentro di essi sostituti ai maestri del passato, nuove rivelazioni o altro.

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Bucky, ammetto che hai centrato appieno il mio approccio verso le opere della Troisi: leggerezza e passatempo, e il tempo mi è passato bene.

E' appunto con leggerezza che vanno letti questi romanzi.....senza cercare dentro di essi sostituti ai maestri del passato, nuove rivelazioni o altro.

:thumbright:

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Come Nemo non posso definirmi un critico letterario, non ho gli strumenti per definirmi tale, e comunque sono dell'opinione che il critico letterario possa dare un giudizio ogettivo solo sul come è stata scritta un'opera (sintassi, padronanza della lingua, grammatica, lessico ecc.), ma se tentasse di dare un giudizio sul cosa (trama, storia, personaggi ecc) è stato scritto sono convinto che sarebbe soggettivo. Ogni critico avrebbe la sua personale idea.

 

Comunque ho letto centinaia di libri fantasy e non e sono arrivato alla conclusione che come per la musica è stato inventato il Pop (popular) anche per i libri si sia arrivati al Pop. La maggior parte delle canzoni Pop ha fatto uno strepitoso successo appena uscite e poi più nessuno le riascolta perchè passate di moda, ma alcune (solo una piccolissima percentuale) si salvano e anche dopo decenni le riascolti con piacere come se fosse la prima volta. Spero che anche tra i tanti libri Pop qualcuno riesca a lasciare il segno, e anche dopo anni sia piacevole rileggerlo. Solo i libri che riesci a leggerti più di una volta sono quelli che maggiormente hai apprezzato.

 

Certo i libri della Troisi non appartengono a questa categoria, io almeno non riuscirei mai a rileggerli una seconda volta.

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Certo i libri della Troisi non appartengono a questa categoria, io almeno non riuscirei mai a rileggerli una seconda volta.

Idem, anche se mi sono piaciuti......

Ho solo riletto SDA, dopo l'uscita dei tre film (la prima volta risale ad una ventina di anni fà)....

Ammetto che ho il vizio di rileggere anche io ciò che mi è piaciuto molto, ma sarà per la lunghezza dei racconti, sarà per la maestria con cui sono stati scritti, mi fermo a Lovecraft, Poe e Howard.

Ad esempio di HPL (vado OT) devo ritrovare una decente riedizione di tutte le opere, visto che le mie copie sono allo stesso grado di conservazione del Necronomicom (vecchie edizioni Oscar Mondadori).

Appena ricompro rileggo tutto da capo....

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Infatti , ripeto la Troisi non ha "colpe", urta la mia sensibilità di lettore mediocre il fatto che venga considerata sublime da alcuni. Se lei scrive, a me niente viene tolto, ma se qualcuno la pone sul podio, un posto da cui per me è distante milioni di miglia, in qualche modo "danneggia" gli autori a cui sono legato maggiormente che sul podio ci sono da anni. E' come il tappeto di Lebowsky, non è per il valore, è che da un certo tono all'ambiente.

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E' quasi imbarazzante essere d'accordo con tutti quanti :P

 

E' come il tappeto di Lebowsky, non è per il valore, è che da un certo tono all'ambiente.

 

:lol: Verissimo. Comunque, il danno (senza virgolette) c'è, seppure non agli autori giustamente già blasonati: pubblicare un autore è un investimento per una casa editrice ed è tanto più rischioso quanto più si tratta di un esordiente. Investire significa aspettarsi un ritorno economico che superi il più possibile la spesa, si auspica per futuri investimenti, a formare un circolo virtuoso.

Nel rischio, quindi, è più facile e più giusto (in un'ottica meramente economica non necessariamente disprezzabile) dare spazio al prodotto che offre più potenzialità di successo, per quanto questo non coincida a elevatezza di contenuti e di forma (che nella scrittura E' sostanza), mettendo in secondo piano esordienti più "meritevoli" sul campo strettamente letterario (e per "letteratura" intendo ecc ecc). Si cerca, giustamente, di trarne il profitto maggiore possibile (il che produce indecenze come il film di Eragon, la cui base non era tanto migliore).

 

C'è da augurarsi che le nuove risorse ottenute dal riscontro di pubblico di autori come la Troisi spinga le case editrici a dare spazio anche a questi "più meritevoli". Finora abbiamo visto nuovi autori italiani (sempre più giovani d'esperienza e d'età) che seguono la sua falsariga (per i miei gusti, pure in peggio) e che per quanto risollevino una situazione economica, affossano quella di genere.

Nessuno di noi (per quanto i loro fan sì) cerca in queste figure i nuovi Tolkien, Brooks, Gaiman, King, Follett ecc, ma se l'andazzo recente di favorire soltanto questi soggetti (cui aggiungere i vari Moccia, Melissa P e cloni) continuerà ad essere perseguito, c'è da mettersi l'anima in pace che non verranno mai fuori. Non nel fantasy, non in Italia.

Insomma, ho paura della diffusione del "bimbominkia" (come lo chiama Bucky) se questo diventa parte di una trama economica che si va a riflettere in quella culturale. Paranoico?

 

Evviva le letture leggere e buon pro faccia alla Troisi et al., ma il danno c'è.

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