Questa parte meriterebbe da sola un forum a parte con sociologi e antropologi che ne discutono. Mi trovi d'accordo su tutta la linea.
Siamo in un forum dedicato a Heroquest, prendo quindi d'esempio il gioco e la parte narrativa che lo contorna (non per intero il mondo di WH, solo quello che si legge nei testi di HQ).
E' un fantasy semplice, ccomprensibile, dedicato ad un pubblico giovane, che si sofferma poco sul "come" e sul "perchè", che lascia poche risposte alle tante domande, dove il male è il male più oscuro ed il bene è puro eroismo. Stereotipato. Eppure raggiunge perfettamente il suo scopo. Sto scrivendo qui, voi state geggendo, a distanza di anni dalla prima partita a questo gioco dall'atmosfera magica (indubbiamente le dinamiche del gioco sono state decisive per il suo successo e per l'amore dei fan). Trascendiamo dall'esempio che ho fatto. Una storia, anche molto semplice, se ben gestita può ottenere lo scopo che l'autore si prefigge di ottenere, più o meno bene. Tolkien scrisse per se stesso e non per il pubblico ed ha ottenuto un enorme successo. Alle volte l'opera sfugge dalle mani dell'autore che non la domina più. Questo è un esempio di eccellenza. Tale eccellenza , ultimamente , scarseggia. Vabbè.
La Troisi ha scritto una storia semplice con lo scopo di stupire e meravigliare? Mi pare di no. Allo scopo di dare introspezione ai personaggi e dipanare trame sulla psiche complessa degli attori che muove? No, a occhio no. Da quel poco che so , ha passato gran parte del suo tempo di adolescente in casa e da brava amante dei manga e del fantasy, s'è scritta una storia per se, che la facesse evadere un pò. E' una colpa? No, l'abbiamo fatto tutti, in gioventù, ad avere una storia da raccontare. Alcuni l'hanno scritta, altri no. In questo discorso pacifico, a questo punto arriva "qualcuno" che dice che è un prodotto sensazionale, sublime, inarrivabile. A questo io dico no. Un no megalitico, gigantesco. Purtroppo per noi, per fortuna dell'autrice, un'orda di neosaccenti sapientini dell'ultima ora, che scrive con le k e con le x' (che Iddio li fulmini quando sono soli nel bosco , così nessuno li aiuta), segue l'idea del "qualcuno" e compra senza freno il romanzo, nato senza pretese, in sordina e dal contenuto sottile. E' più comprensibile e quindi tutti lo possono leggere. Stesso discorso al botteghino, Enrico Vasai è molto più visto di un Jadorowsky.