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[Film ITA] Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma


Yon
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Titolo: Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma

 

Titolo Originale: - Di ren jie zhi tongtian diguo

 

Regia: Tsui Hark

 

Genere: Azione / Thriller / Storico (?)

 

Anno di Produzione: 2011

 

Cast di Attori Principali: Andy Lau, Carina Lau, Tony Leung Ka Fai, Bingbing Li, Jean-Michel Casanova, Yao Lu.

 

 

Trama: Corre l’anno 689 d.C. e grazie alla potente e illuminata dinastia dei Tang la Cina vive un’epoca prosperosa e dinamica. Dopo la morte dell’imperatore, la Regina Wu sarà presto incoronata come prima sovrana nella storia del Paese! Ma dietro alla tranquillità apparente, membri del clan reale e funzionari eminenti tramano in segreto contro di lei, il pericolo è in agguato e la crisi imminente…a rendere tutto ancora più complicato, una maledizione: una fiamma fantasma che uccide inspiegabilmente gli uomini a lei più vicini e fedeli. Per risolvere il caso, la Regina Wu chiama il famigerato Detective Dee, un dissidente che l’ha sfidata alcuni anni prima. Dee è l’uomo per il quale lei stessa aveva chiesto l’esilio e i lavori forzati. Ora agli ordini della futura Regina, tra misteri e doppi giochi, il Detective si trova a lottare più volte per la sua vita e per quella dei suoi due nuovi compagni di viaggio la giovane e bella Jing'er e l’ombroso Pei. Alla squadra si aggiunge il Medico degli Spettri, uno specialista in magia nera mascherato... Nel frattempo tutto sembra pronto per ospitare la grande cerimonia di incoronazione; anche la sontuosa statua di 100 metri d’altezza, costruita a immagine e somiglianza di sua futura Maestà, è quasi completata...(filmup.leonardo.it)

 

Trailer (se volete andare a vedere il film non lo guardate perché contiene uno spoiler indecente):

 

 

Commento personale

 

In tutta la provincia di Reggio Emilia non esiste una sola sala che proietti questo film, quindi se lo vuoi andare a vedere devi scariolarti fino a Parma. In compenso siamo invasi da copie di Conan 3D. Comunque, sono riuscito a vedere il film.

 

La pellicola ha come protagonista il mitico Giudice Dee, personaggio realmente esistito e reso immortale dalla penna di Robert Van Gulik, nei suoi famosissimi gialli. Poiché li ho letti quasi tutti, capirete che mi sono fiondato subito a vedere il cinema, non appena è uscito, poiché ne sono un grande fan. Dico che li ho letti quasi tutti perché sono libri oramai difficilissimi da reperire (giusto su e-bay), dato che sono un sacco di anni che non li ripubblicano (per far spazio ai gggiovani), e alcuni tra essi sono proprio rari e costano un occhio dalla testa. Malauguratamente mi mancano proprio gli ultimi (dei quali conosco grossomodo la trama) e in questo ambito sarebbe un problema perché tutti i libri seguono la carriera di Dee Jen-djieh da Giudice di un tribunale di periferia dell'Impero fino ad alto funzionario di Corte. Il film di Tsui Hark si interessa proprio di quest'ultima parte della sua vita, perciò non posso essere precississimo sul parallelo con il libro; purtroppo però è un dettaglio che non si rivelerà così importante nel corso del film.

 

Il primo giudizio che mi è venuto in mente, subito dopo la visione, è che è confezionato bene. In effetti credo che sia la definizione più appropriata, con tutte le conseguenze che si tira dietro. Se dopo "La Tigre e il Dragone", "Hero", "La Foresta dei Pugnali Volanti" e "La Città Proibita" non siete ancora sazi di guerrieri che parano quadrelli di balestra con i mantelli, combattimenti volanti, salti che manco superman eccetera, andate a vederlo. Altrimenti rimane ben poco altro. Purtroppo il film non ha nulla a che vedere con quello che prometteva il titolo, quindi si prefigura una nuova truffa. Lo so che posso sembrare noioso da questo punto di vista, ma se un regista intitola il suo film "Detective Dee con quel che segue" io mi aspetto qualcosa che richiami il mio eroe della letteratura; se mi trovo di fronte ad un'altra cosa mi viene il fortissimo sospetto che egli abbia biecamente sfruttato la fama dell'eroe di Van Gulik, il quale purtroppo non può ribellarsi. Tanto è. Il primo, madornale errore del regista è il genere di giallo che rappresenta. Per fare una divisione molto spannometrica, il genere giallo si divide in classico o deduttivo (Holmes, Maigret, Poirot...), di azione (Hard boiled School...), misto (Nero Wolf, i gialli di Edgar Wallace) e infine quelli più moderni incentrati su una vena scientifica e procedurale. Il Giudice Dee appartiene al genere misto, che coniuga la parte più prettamente deduttiva (il Giudice) con l'azione (i suoi aiutanti), ricalcando lo stile di Nero Wolf ed Archie Goodwin. Dee Jen-djieh è posato e flemmatico e si muove in un intreccio molto complesso di vicende differenti e su uno sfondo storico accuratamente ricostruito in ogni dettaglio dallo scrittore olandese, dalle usanze del tempo alla struttura sociale e statale (studiava queste cose per mestiere). Avete presente tutto questo? Scordatevelo. Il Giudice Dee del film entra di diritto nella categoria dei gialli d'azione: è più giovane di quello del romanzo, mena come Bruce Lee ed è tutto azione e poca deduzione, l'esatto opposto. La ricostruzione storica mi pare paragonabile a quella di Ben Hur. Memorabile la tirata sulla tortura che Dee fa nel film, e che il protagonista del romanzo non avrebbe mai detto (se il regista è buddhista spero per lui che Van Gulik non si reincarni mai).

Pertanto, se il regista voleva fare un giallo d'azione benissimo, ma non chiamarlo Giudice Dee, perché è scorretto da parecchi punti di vista.

 

E' un'operazione che mi ha ricordato molto da vicino quella del recente film su Sherlock Holmes, il quale però mi sembrava meglio gestito sotto il punto di vista dei personaggi e dei costumi (d'accordo, la Londra Ottocentesca è più semplice). Nel film di Tsui Hark i personaggi sono piatti e perfettamente intercambiabili. Ci sono pochissime sfumature tra Dee e i suoi due aiutanti, che restano molto lontani dai Ma-Joong e Chao-Tai di Van Gulik: qui il Giudice è aiutato da un cinese biondo e una donna combattente. L'intrico di vicende che caratterizza i romanzi dell'olandese è qui assente, e la storia si dipana lineare. Occorre però sottolineare che quantomeno l'idea alla base del film è buona e che il regista è stato abile a gestire il ritmo sempre più incalzante degli eventi, cosa che comunque permette di passare due ore senza annoiarsi.

 

Insomma, il film ha i suoi pro e i suoi contro; se volete guardare un film d'azione che non vi faccia sentire stupidi (tipo "G.I.Joe, la Nascita dei Cobra")va benissimo, andate a vederlo. Personalmente i contro superano i pro, soprattutto per la sporca operazione di saccheggio della popolarità del personaggio inventato da Van Gulik: se il Giudice avesse avuto un altro nome nessuno lo avrebbe riconosciuto, e il protagonista del film non si muove come un Giudice dell'epoca. Per giunta, dei buoni effetti speciali e qualche concept ben riuscito secondo me non salvano dei personaggi privi di qualsiasi sfumatura.

 

Conan contro Dee

 

Il problema di fondo, mi pare, è che i cinesi stanno ricalcando pedissequamente un nuovo grande stereotipo che è allo stesso tempo contrapposto ed uguale a quello dei film di avventura amerikani: spero di non essere superficiale contrapponendo Conan a Dee come metafora del nuovo scontro che sta prendendo piede tra America e Cina. Da una parte l'eroe che si fa la legge da solo e scala tutte le avversità con la sua sola forza, fino ad arrivare al giusto successo (magari dopo aver salvato il mondo), dall'altra un eroe o gruppo di eroi che agiscono investiti dall'Autorità, la quale è Autorità perché distilla in se stessa le migliori qualità di tutta la nazione (L'Imperatore è tipicamente il più abile spadaccino, il più colto, intelligente eccetera) e quindi è nel giusto diritto. La Borsa di Wall Street contro il Partito Comunista di Pechino. Il problema del primo stereotipo è che inizia ad essere un po' stagionato (anche nel paragone tra i due film, quello di Tsui Hark è senz'altro più fresco di quello di Nispel).

Non condividendo nessuno dei due non posso però non rilevare come questo stereotipo. come quello statunitense, rischia di appiattire fortemente il panorama delle idee dei nuovi registi, i quali possono essere fortemente attratti dalla prospettiva di fare soldi facili e ottenere critiche benevole, piuttosto che mettere in campo idee differenti con modi di raccontare e sviluppi delle trame disomogenei (la diversità è sempre ricchezza). In questo senso la parabola di Zhang Yu-mou, da fine stigmatizzatore delle storture del Regime a leccapiedi del Potere, è piuttosto significativa, come il finale del film di "Detective Dee, il mistero della Fiamma Fantasma", poiché è vero che anche nel libro il Giudice Dee passa dalla parte dell'Imperatrice, ma nel cinema questo passaggio assomiglia molto al placet finale, all'avallo che viene dato alla dittatura nonostante le necessarie malefatte delle quali è costretto a macchiarsi.

 

 

 

 

Alcune F.A.Q. sulle mie recensioni:

 

D. Hai rifatto un walltext

R. Sì, dovevo sviluppare quello che penso e non mi bastavano quattro righe.

 

D. Ti piace sparare sulla Croce Rossa.

R. A volte è divertente sparare sulla Croce Rossa.

 

D. Esprimi dei giudizi troppo taglienti

R. Quando mi sento truffato non la prendo bene e sono molto poco politically correct.

 

D. Non sei mai contento, i tuoi giudizi sono sempre sostanzialmente negativi

R. Arriva uno e ti dice: ti dimezzo lo stipendio. E tu: non sono d'accordo.

Poi ti dice: da oggi lavori anche la Domenica. E tu: non sono d'accordo.

Poi ti dice: il periodo di cassa integrazione non è affare dell'azienda. E tu: non sono d'accordo.

Allora ti dice: e che cavolo, sai dire solo di no!

 

Ecco, per i film di oggi è la stessa cosa.

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Ottima recensione! :)

Non andrò a vederlo per rispetto del personaggio letterario.

- "Sigmar! Un uomo stà scacciando demoni di khorne usando il tuo nome..."

"E con questo? Non sai che chi è con me non è contro di me?..."

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