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Dato che i lavori manuali procedono con i loro ritmi, ne approfitto per aprire questo thread nel quale possiamo discutere del background che avrà la nostra Terra di Sumer.

In seguito, quando lo avremo definito per bene, potremo calarci la trama della storia che animerà il questpack.

 

Nemo sta elaborando la Mappa di Ki En Gi (la Terra di Sumer, in sumerico) sulla scorta di quella reale che gli ho fornito io, con la locazione di tutte le principali città sumeriche. Nel frattempo possiamo vedere tutti i tratti storico-politici che ci occorrono.

 

Il fatto è che se vogliamo contestualizzare una avventura ambientata in quell'epoca, non possiamo prescindere da parecchi particolari "veri". Ad esempio l'Eufrate (e anche il Tigri, sebbene molte delle città siano spostate verso il primo fiume). Provo a fare un breve riassunto, ma sicuramente tralascerò una carrettata di dati importanti, che mi verranno in mente in seguito.

Fortunatamente conosciamo diversi aspetti della vita sumerica, dalla politica alla religione, al commercio, al diritto, e così possiamo farci una buona idea del tutto.

 

Iniziamo da un tratto caratteristico dei Sumeri: a differenza di molti altri popoli, essi non amano la guerra, o almeno, non nella proporzione che risulta dal confronto con Egizi, Babilonesi, Elamiti o, peggio che peggio, Assiri. I Sumeri menano un gran vanto della loro agricoltura e dell'architettura. Non è un caso che una delle opere più famose sia uno stendardo con scene di guerra in una faccia e scene agricole sull'altra (scene riprese in molti vasi). I loro sforzi sono tutti protesi alla canalizzazione del territorio, e al trarne la maggiore ricchezza possibile grazie all'agricoltura.

I Sumeri, infatti, hanno un grosso problema: la terra che hanno scelto come loro 8non si sa con certezza da dove sia arrivata l'ondata migratoria) è un cassone di sabbia. Non c'è nulla, nessuna materia prima sulla quale fare leva, a parte i due fiumi. Per questo si inventano un sistema di canali che farebbe invidia alle nostre bonifiche moderne, e rendono fertile una piana che, altrimenti, sarebbe deserto (le precipitazioni, soprattutto verso Sud, sono scarsissime), e imparano a governare le piene dei due grossi fiumi. Con il surplus agricolo innescano una rete di scambi a corto raggio (la materia è deperibile), grazie al quale si procurano le materie che mancano loro (legna, pietre, gioielli). Una volta acquisite, possiedono artigiani in grado di sfornare ornamenti e oggetti di così mirabile fattura che si viene a creare una seconda rete di scambi più a lungo raggio, fatta dai prodotti artigianali finiti.

I Sumeri hanno creato a più riprese (soprattutto nel periodo ante ProtoDinastico) una serie di colonie commerciali, lontane anche centinaia di kilometri. Sono città che, bene o male, hanno poi finito per acquisire una loro indipendenza dalle città native.

 

La politica: è un casino. Le opinioni degli studiosi sono molto divergenti, a volte opposte. Vi fornirò quella che a me ha convinto di più, ma che non è l'interpretazione che ancora oggi si trova correntemente nei libri di testo. I Sumeri si organizzano attorno a Città-Stato che controllano un certo territorio attorno a loro, coltivato. Fa eccezione Lagash, che è costituita da una pentapoli, una lega di cinque città la più importante delle quali è Girsu. Spesso accadono guerrette e battaglie per ridefinire i confini, soprattutto in funzione dell'accaparramento di canali e zone fertili. Ogni città è dedicata ad un dio, detto "poliade", perché è il nume tutelare della città stessa (Esempio, la divinità poliade di Ur è Nanna, la Luna, che è una divinità maschile). A capo della città vi è un uomo dello Ensi, En o Lugal (Lu gal = grande uomo), che vive nell'e-gal (= casa grande, cioé il Pallazzo). Il più grosso dibattito tra gli studiosi è quello inerente alla funzione di quest'uomo: è il Sommo Sacerdote del Dio Poliade, oppure un capo politico e militare? Quindi, è il Tempio ad amministrare tutti i beni o un'autorità temporale e laica? Va infatti precisato che, come attestato da numerose tavolette, tutto il raccolto, o buona parte, confluisce nei granai comuni, per poi essere redistribuito (una sorta di comunismo ante-litteram). Fin da subito, nei resti degli edifici monumentali che caratterizzavano ogni città, si è pensato di individuare i templi alle divinità. In realtà l'interpretazione che mi ha convinto di più è quella che questi edifici fossero palazzi, più o meno pubblici, di gestione del potere, e che il tempio abbia assunto una importanza via via crescente solo in seguito (e solo fino ad un certo punto). Se volete, poi, vi spiego anche il perché. Abbiamo quindi un capo politico, re, attorniato quasi sicuramente da un Consiglio, probabilmente composto dai rampolli delle famiglie più ricche.

Ma non basta. Nei documenti pervenutici si parla spesso della Regalità. La Regalità è un'altra questione piuttosto dibattuta, e per me molto affascinante. I Sumeri dividono il loro tempo in due spezzoni: prima del Diluvio e dopo il Diluvio. Prima del Diluvio sono segnate come Città che tennero la regalità sette città (se non ricordo male). Dopo il diluvio la Regalità passa ad altre città, di mano in mano (Ur, Uruk, Akkad...). La serie si basa su un documento dello "Lista Reale", che però appare come un documento parziale o volutamente alterato, compilato nella parte finale del dominio sumero sulla regione (ad esempio, è ignorata Lagash, che invece sappiamo per certo essere stata una delle città più potenti in periodi in cui altre languivano.

Siccome pare proprio che ogni città conservasse una propria autonomia, è ancora incerto in che cosa comsistesse realmente la Regalità. Sinceramente la cosa è abbastanza complessa, perciò mi riprometto di rileggermi con attenzione i libri in mio possesso, per scriverlo in modo più chiaro ed evitare strafalcioni grossolani.

 

Per il momento ho dato un assaggio. Se fate delle domande mirate è più facile che riesca a rispondere in modo completo (soprattutto per ciò che riguarda le nostre esigenze.

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I Sumeri, infatti, hanno un grosso problema: la terra che hanno scelto come loro 8non si sa con certezza da dove sia arrivata l'ondata migratoria) è un cassone di sabbia

Il che, volendo ambientare l'espansione nel mondo di HQ/WH, collocherebbe il territorio in zona Khemri (desertica ma con fiumi). Aggiungerei per fortuna, perché stavo lavorando per adattare quella (poi avrei fatto anche l'altra, ma a questo punto mi convince di meno, visto che è un territorio con steppe e foreste).

Inserendola in questo contesto si rendono fattibili le interazioni, per quanto sporadiche, con altre razze (e con gli Eroi classici).

 

Spesso accadono guerrette e battaglie per ridefinire i confini, soprattutto in funzione dell'accaparramento di canali e zone fertili.

E che a noi non può che far piacere.

 

Ogni città è dedicata ad un dio, detto "poliade", perché è il nume tutelare della città stessa (Esempio, la divinità poliade di Ur è Nanna, la Luna, che è una divinità maschile).

Ecco, questo è un aspetto che approfondirei, visto che è stato introdotto nel sistema di gioco.

 

Per cui, per ipotesi: i personaggi potrebbero essere emissari di un Lugal, chiamati a fronteggiare gli scontri con le altre città stato come Lagash/Girsu e, molto sporadicamente (direi al culmine della campagna introduttiva. Si parlava dell'evocazione di un Demone da qualche parte, se non erro), con le popolazioni controllate da Morcar.

Che ne dici? Se la trovi plausibile, quale città potrebbe venire eletta ad avversario?

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Il che, volendo ambientare l'espansione nel mondo di HQ/WH, collocherebbe il territorio in zona Khemri (desertica ma con fiumi). Aggiungerei per fortuna, perché stavo lavorando per adattare quella (poi avrei fatto anche l'altra, ma a questo punto mi convince di meno, visto che è un territorio con steppe e foreste).

L'Epopea di Gilgamesh, lo scritto più famoso sumerico, racconta per buona parte della sua storia il re di Uruk Gilgamesh che va di persona, assieme all'amico Enkidu, a fare provvista di Cedri in Libano. Questo ci mostra quanto fosse prezioso il legno, se nel racconto è il re stesso che si scomoda per farsi tutti quei kilometri per andarselo a prendere, sconfiggendo il semidemone Kumbaba che vi era di guardia.

 

Per cui, per ipotesi: i personaggi potrebbero essere emissari di un Lugal, chiamati a fronteggiare gli scontri con le altre città stato come Lagash/Girsu e, molto sporadicamente (direi al culmine della campagna introduttiva. Si parlava dell'evocazione di un Demone da qualche parte, se non erro), con le popolazioni controllate da Morcar.

Stiamo già parlando della trama, così :twisted:

Comunque, sì. La mia idea di fondo era che Morcar potrebbe aver spedito un Mago del Caos in una delle Città-Stato per due motivi: farla diventare la detentrice della Regalità (e quindi sottomettere almeno nominalmente l'intera regione, in modo da avere un fronte in più col quale attaccare l'Impero), ed evocare uno dei Demoni sumeri per avere na nuova arma potente a disposizione (in origine avevo pensato a più demoni, ma scolpirne 4 differenti potrebbe essere molto lungo, perciò in alternativa possiamo usare il Galgoyle). Ovviamente il Lugal della città che si fa corrompere potrebbe essere abbastanza attirato dal fatto di poter governare l'intera area, anche se conto terzi per Morcar.

Perciò si potrebbero avere dei disordini in tutta Ki En Gi, con la città corrotta che avanza come un rullo compressore, grazie al supporto delle truppe di Morcar (e questo punto potremmo anche usare gli Orchi, e saldare del tutto alla nostra storia il concetto "Howardiano" lanciato da Nedo. I Non Morti sarebbero legati a Quest particolari).

 

 

Che ne dici? Se la trovi plausibile, quale città potrebbe venire eletta ad avversario?

Che è fattibile. Per la città, io personalmente dovrei pensarci su. Uruk ha come divinità poliade Inanna, che è anche Dea della Guerra. Scarterei Eridu e Shuruppak (la prima non mi risulta con grosse guerre all'attivo, anche se, essendo la più meridionale, potrebbe essere una buona testa di ponte, la seconda è decaduta dopo il Diluvio). Sennò ci sono le città del Nord, che sono abbastanza bellicose. Bisogna sapere che i Sumeri si sono mescolati abbastanza presto con la popolazione locale, che è di origine Semita, senza fare troppe distinzioni (anche se pare che, comunque, almeno nei primi tempi, i posti di comando fossero tutti appannaggio delle "Teste Nere", cioé dei Sumeri DOC, come è anche logico che fosse). Le città del Sud sono quelle a maggio densità sumera, quelle a Nord a maggior popolazione semita (è da qui che prende origine in seguito l'Impero di Akkad, infatti).

 

Nel caso tenessimo buona questa traccia è un peccato non poter riutilizzare Festral (ahimé, schiattato nei Maghi di Morcar). Infatti mi piacerebbe tenere un filo con l'ultima espansione EU, anche se riconosco che l'Orda e I Maghi sono storie già abbastanza slegate con quella precedente.

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e questo punto potremmo anche usare gli Orchi, e saldare del tutto alla nostra storia il concetto "Howardiano" lanciato da Nedo. I Non Morti sarebbero legati a Quest particolari

Direi di sì, sempre per il discorso di voler fare "economia" di miniature.

 

Infatti mi piacerebbe tenere un filo con l'ultima espansione EU, anche se riconosco che l'Orda e I Maghi sono storie già abbastanza slegate con quella precedente.

Certo, intanto è bene decidere linee guida, per poi radicare e dare continuità al tutto, per quanto difficile (sai che sotto questo punto di vista ritengo I Maghi di Morcar agghiacciante...). Tanto per non dare l'idea del solito piano di Morcar "alla Skeletor".

Anzi, presentare una storia in cui Mentor è assente e non si sa bene chi sia l'avversario principale se non quando diventa manifesto potrebbe essere interessante.

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(sai che sotto questo punto di vista ritengo I Maghi di Morcar agghiacciante...).

Concordo in pieno. Già l'Orda degli Ogre, insomma... :twisted:

 

Certo, intanto è bene decidere linee guida, per poi radicare e dare continuità al tutto, per quanto difficile

Era la mia intenzione. Per questo volevo affrontare prima tutto il contesto storico e reale, in modo da poterlo poi sfinare e calare in HQ.

Per riallacciare il tutto alla trama delle espansioni di HQ, io non la vedo così disperata. Personalmente sceglierei di ripartire dalla fine di RoWL (ad esempio, Skulmar e Kessandria sono ancora a spasso, giusto per dire la prima che mi viene in mente).

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Skulmar

Ottimo

 

Per questo volevo affrontare prima tutto il contesto storico e reale, in modo da poterlo poi sfinare e calare in HQ.

Concordo. Attendo delucidazioni sul resto, dunque.

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Bene.

 

Naturalmente tutto si può rimettere in discussione, come sempre. Io vi svalango i miei dati, poi decidiamo assieme come utilizzarli (ad esempio, quella di Skulmar è un'idea abbastanza abusata nel Web :twisted: ma si può impiegare ugualmente, se vogliamo).

 

Direttamente dai miei faticosi appunti 8che spesso sono stralci di capitoli di libri, che cito subito, onde evitare malintesi:

J.D. Forest, La nascita dello Stato

Pettinato, I Sumeri;

A. Invernizzi, Mesopotamia

più appunti volanti).

 

La maggior parte di questi edifici monumentali è chiamata “tempio”, ma in realtà pare proprio che non si trattasse di strutture religiose. Nel Proto-Dinastico, quando si ha documentazione scritta che può attestare per certo la funzione degli edifici, nessuna città ha così tanti templi e di così grosse dimensioni come l’Eanna di Uruk: la città è dominata da un Dio poliade, nonostante viga il politeismo. Come per il periodo ‘Ubaid, il fatto che questi edifici siano molto aperti verso l’esterno contrasta con il concetto di cella inaccessibile del Dio. Inoltre i Templi del III millennio sono edifici modesti, anche quando si integrano in sistemi giganteschi. I templi di Khafagia e ‘Ubaid poggiavano su terrazze di 750 m2, troppo piccole per ospitare costruzioni come quelle di Uruk.

Con i suoi cortili, sale e quartieri di abitazione è più facile che l’Eanna di Uruk fosse in realtà un complesso palaziale. E’ stato ipotizzato che invece che un unico edificio omnicomprensivo, tutti gli aspetti funzionali delle attività di Palazzo sono proiettate verso l’esterno in costruzioni separate. Gli edifici religiosi propriamente detti sarebbero limitati uno nell’Eanna medesimo e l’altro nella zona detta dello “Ziggurat d’Anu”, e non sono altro che gli antenati dei due santuari che si eleveranno nel Protodinastico.

 

La presenza ad Uruk di edifici la cui funzione era quella di seguire equinozi, solstizi e fasi lunari non ha nulla di sorprendente, e si è notato da lungo tempo che le società complesse tendevano ad investirsi largamente nel campo dell’astronomia. Questo interesse per la meccanica celeste è manifestamente destinato a garantire l’ordine sociale. Il movimento del Sole, della Luna o dei pianeti, fornisce all’uomo una serie di punti di riferimento che gli permettono di armonizzare la sua esistenza con il ritmo del cosmo, e dunque di credere che viva conformemente alle leggi dettate dalla divinità. I grandi momenti del ciclo cosmico sono così marcati da delle festività alle quali tutti partecipano.

 

Quando il concetto fondatore, quello del diritto di primogenitura, si dissolve in tal modo davanti all’arbitrario, il ricorso all’ideologia diventa indispensabile. La divinità diventa allora l’ostaggio del potere: le si costruisce una dimora per fissarle una residenza, la si rappresenta per manipolarne l’immagine. Il controllo stesso del tempo, sul quale si fonda la vita sociale, diventa un modo di asservire il soprannaturale.

La divinità era già stata concepita all’interno della Comunità Domestico Agricola, e forse già allora intratteneva una relazione con la persona che, in funzione dei suoi diritti di primogenito, rappresentava la comunità. Ma è ormai monopolizzata dall’élite, e più precisamente dal re, per garantire l’ordine sociale in ciò che ha di più piramidale, cosa che introduce alla dimensione religiosa del potere regale. E’ il re, infatti, che nelle steli atterra i nemici, li cattura, o nutre il branco sacro della Dea Inanna. In quest’ottica il termine en implica, come confermato da molti studiosi, un potere fondato su criteri genealogici con connotazioni religiose. Ma la sua traduzione di “re-sacerdote” appare pleonastica, poiché si tratta di una regalità sacra. La funzione regale comporta infatti sempre una dimensione religiosa. E, nella “lista dei Re”, vediamo come la regalità, che assume la connotazione di soggetto autonomo, effettivamente discenda dal cielo. Questa manipolazione, tuttavia, non avviene, con tutta probabilità, in modo intenzionale da parte dell’élite, per avvantaggiarsi di un sistema profondamente non egualitario. L’élite infatti è permeata dalla stessa tradizione che, nel corso dei secoli, ha visto la creazione di un ceto sociale emergente, a partire dalla posizione dei membri con più ascendenza delle CDA, e ne è l’erede designata, quindi agisce in modo consequenziale, proseguendo una certa evoluzione della struttura sociale, in modo forse inconsapevole.

 

(A proposito delle guerrette di cui vi parlavo) I cambiamenti che si verificano all’inizio del III millennio, e che portano al Protodinastico, influiscono pesantemente sul clima generale: mentre Nel periodo Uruk le città stato sono in espansione, e si respira un clima euforico, una vitalità che rappresenta una vera età dell’oro del periodo mesopotamico. Si ha come l’impressione che nulla possa spezzare lo slancio delle città stato d’Uruk. Nel Protodinastico invece le città stato entrano in crisi. L?espansione rende antagonistici i loro interessi, e si vive un clima di guerra endemica. Il dinamismo di Uruk si manifesta con un movimento di colonizzazione e sfruttamento, ma anche con un’intensa attività di ricerca in molti campi (aratro, tornio, ruota, stili architettura, arte, artigianato, scrittura). In seguito vi saranno formazioni culturali più complesse, perfezionamenti tecnici, architettura ed artigianato ancora più spettacolari, ma la storia si farà in un clima di crisi, in relazione allo sviluppo di una economia di mercato e con disuguaglianze sociali più accentuate. Si ha quindi la contrapposizione della “città stato trionfante” del periodo Uruk con la “città stato in crisi” dell’inizio del III millennio.

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Ancora, sulla "Regalità", forse una supremazia di una città alla quale veniva conferito il potere di dirimere controversie, o di presiedere ad una Lega, o di esigere dei tributi dalle altre città 8per quest'ultima ipotesi vedi il mito di Gilgamesh e Agga):

 

Il dissolvimento della potenza di Uruk provoca un vuoto che viene riempito dalle altre città, le quali cercano di replicare lo schema precedente ed entrano in conflitto tra loro: si cingono quindi mura mentre gli insediamenti sparsi per il territorio si diradano, come conseguenza dello spostamento delle persone nelle grandi città. E’ comunque difficile una ricostruzione storica per la scarsità di testi, che iniziano a divenire continui solo dal 2.500 a.C. Oltre alle iscrizioni reali e ai testi amministrativi assume importanza la “Lista delle città” un testo copiato per tutti i secoli successivi anche oltre il Rinascimento sumero, e che ha spinto alcuni studiosi ad ipotizzare una sorta di lega di città. Singolare il fatto che impressioni di questa lista fossero presenti anche su alcuni sigilli circolari.

L?ipotesi della “lega di città” sarebbe avvalorata anche dall’interpretazione di alcune tavolette ritrovate tra gli archivi di Shuruppak, databili attorno al 2.600 a.C. La traduzione letterale è la seguente.

 

r.I 1) 82 uomini validi

2) (città di) Uruk

3) 192 (città di) Adab

4) 94 (città di) Nippur

II 1) 30 (città di) Lagash

2) 56 (città di) Shuruppak

3) 86 (città di) Umma

III 1) Ki-en-gi

2) andare

(con indicazione di plurale)

3) assegnati

v.I 1) Totale: 670 uomini validi

2) alloggiati

 

 

Dalle iscrizioni di Lagash, come la mazza di Mesalim, si può dedurre che la città di Kish avesse una certa influenza su quella di Lagash e che il suo re avesse facoltà di azione a Lagash, ma che tipo di facoltà non è dato ancora di sapere. Poteva trattarsi di una ritualità intercittadina, una sovranità limitata o una alleanza sbilanciata. C’è inoltre un problema non trascurabile, che riguarda la locuzione “Re di Kish”, poiché l’ideogramma “Kish” significa “totalità” (universo) e si distingue dalla località solo quando per quest’ultima viene impiegato il determinativo ki. Questa ambiguità crea problemi poiché di fronte all’espressione di lugal-Kish non si è sempre sicuri su che cosa effettivamente si esprima e in che relazione vada posto in rapporto all’egemonia su altre città. In questo senso altri sovrani si attribuiscono il titolo di lugal-kish, pur mantenendo il proprio titolo originale. Maeda ha osservato come il titolo fosse aggiunto al proprio da sovrani che si ponevano in un certo rapporto con la dea Inanna e che avevano ottenuto una vittoria su nemici esterni. Il prestigio che derivava da questa combinazione consentiva al “Re di Kish” di arbitrare, forse, nei conflitti locali tra città-stato.

 

L’istituto regale antidiluviano sembra però differente da quello postdiluviano, in quanto nel periodo pre diluviano il passaggio della regalità avviene perché è il soggetto (forse il dio Enlil, il capo del pantheon numerico) a preferire una città ad un’altra, e a farla decadere, mentre nel periodo postdiluviano il passaggio di regalità avviene tramite una sconfitta militare. Nel periodo antidiluviano al re è affiancata la figura di un Saggio (apkallu), una sorta di mostro mezzo uomo e mezzo pesce, che consiglia il re e che gli rivela le nuove invenzioni e che è una figura legata al dio Enki, il dio sumerico della saggezza.

 

Potrei scendere molto di più nel dettaglio, ma non vorrei fare una cosa troppo approfondita, dalla quale comunque noi ricaveremmo solo pochi dati utili per il gioco (es, la storia dell'apkallu :twisted: ).

Domani posto qualcosa, credo sull'economia. La Religione, che in effetti a noi interessa molto, è un tema che ho ancora sviluppato poco, perché è il tema in cui di è scritto di più (e in modo molto più dispersivo). Mi farò carico di darci un'occhiata, così come mi leggerò tutti i miti e leggende sumerici, per vedere se ci sia qualcosa di sfruttabile.

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Comunque, sì. La mia idea di fondo era che Morcar potrebbe aver spedito un Mago del Caos in una delle Città-Stato per due motivi: farla diventare la detentrice della Regalità (e quindi sottomettere almeno nominalmente l'intera regione, in modo da avere un fronte in più col quale attaccare l'Impero), ed evocare uno dei Demoni sumeri per avere na nuova arma potente a disposizione (in origine avevo pensato a più demoni, ma scolpirne 4 differenti potrebbe essere molto lungo, perciò in alternativa possiamo usare il Galgoyle). Ovviamente il Lugal della città che si fa corrompere potrebbe essere abbastanza attirato dal fatto di poter governare l'intera area, anche se conto terzi per Morcar.

Perciò si potrebbero avere dei disordini in tutta Ki En Gi, con la città corrotta che avanza come un rullo compressore, grazie al supporto delle truppe di Morcar (e questo punto potremmo anche usare gli Orchi, e saldare del tutto alla nostra storia il concetto "Howardiano" lanciato da Nedo. I Non Morti sarebbero legati a Quest particolari).

Per me è perfetto questo plot....

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Quella dell'Apkallu e di Enki è una storia interessante: potrebbero sostituire Mentor nella storia che stiamo creando.

Sul lugal-kish: non so se può essere una figura che possiamo utilizzare, però per i nostri scopi utilizzerei la prima interpretazione con qualche elemento della seconda (come il rapporto con Inanna, ad esempio)

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